L’arte si serve di
un efficace linguaggio non verbale, spesso immediatamente comunicativo, i
cui codici si sono sviluppati nel tempo e che impiega particolari
strumenti per rendere manifesto il significato delle immagini
rappresentate. I personaggi che animano dipinti e sculture sono
ovviamente muti, ma si rivolgono ugualmente all’osservatore “parlando”
attraverso il linguaggio del corpo. Le parole non pronunciate sono
efficacemente sostituite da gesti, pose, espressioni. La casistica dei
gesti è molto ampia: vi sono gesti ancora oggi immediatamente
comprensibili e comunicativi, altri che invece risultavano tali al
pubblico cui le opere erano rivolte un tempo, e che a noi contemporanei possono invece apparire misteriosi o addirittura curiosi o buffi.
Eppure, riconoscerne il vero significato è essenziale per una corretta e
completa comprensione di un’opera. Nell’arte si individuano due grandi
categorie di gesti: quelli descrittivi, che hanno un carattere
prevalentemente illustrativo e indicano un’azione o dichiarano il ruolo
sociale di un personaggio, e quelli espressivi, che rivelano sentimenti,
emozioni, stati d’animo. Questi ultimi, codificati da una lunga
tradizione iconografica, coinvolgono soprattutto braccia, mani e gambe.
Per esempio, il gesto delle braccia spalancate, verso l’alto o
all’indietro, equivale a un urlo straziante, l’espressione più alta del
dolore e della disperazione. Nelle Crocifissioni, nei Compianti e nelle
Deposizioni è un’incontrollabile esplosione di angoscia, piuttosto
tipica delle figure femminili e in particolare della Maddalena, e si
contrappone al dolore muto ma lacerante della Madonna. Al contrario, il
gesto del braccio destro piegato e appoggiato al corpo, con il palmo
della mano rivolto all’esterno, simboleggia la sottomissione al volere
superiore di Dio e indica l’accettazione di una dolorosa realtà. Le
braccia conserte, invece, simboleggiano uno stato di inattività, proprio
di chi assiste alla manifestazione di un’azione in qualità di
testimone, senza parteciparvi in maniera attiva. Quando si trovano in
questa postura gli angeli che circondano la Madonna, il gesto denota uno
stato d’animo adorante e contemplativo.
Giuseppe Nifosì
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