1) «La prima di queste regole è stata quella di non parlare di opere
che non potessi mostrare nelle illustrazioni; non volevo che il testo
degenerasse in elenchi di nomi più o meno oscuri a quanti non
conoscevano le opere in questione, e superflue per chi invece ne era a
conoscenza»;
2) «La seconda regola è stata quella di limitarmi ad
autentiche opere d’arte, eliminando tutto quanto fosse solo interessante
come esempio di gusto o di moda»;
3) «La terza regola richiedeva
anch’essa un lieve sacrificio. Mi impegnai a respingere ogni tentazione
di originalità nella mia scelta, affinché capolavori conosciutissimi non
fossero esclusi per far posto alle mie predilezioni personali».
Il
manuale di storia dell’arte a firma di Giuseppe Nifosì Arte in primo
piano. Guida agli autori e alle opere, pubblicato da Laterza, raccoglie a
piene mani l’eredità di Gombrich, fatta poi propria anche da altri
illustri studiosi quali Giulio Carlo Argan, Giuliano Briganti o Angiola
Maria Romanini, autori di manuali destinati a incontrare il favore del
pubblico e della critica. Oltre a seguire l’esempio normativo di
Gombrich e dei suoi epigoni nell’ideazione di un manuale di storia
dell’arte, un’operazione che già di per sé farebbe tremare i polsi per
la immane mole di periodi, artisti e opere da prendere in esame, Nifosì
ha voluto dare ampio risalto all’arte europea, i cui sviluppi risultano
da sempre indissolubilmente intrecciati alla genesi e agli esiti
dell’arte italiana. Non mancano, inoltre, approfondimenti su una
produzione artistica considerata a torto «minore», ossia quella degli
arredi e dei molteplici oggetti che formano un arredo.
I volumi sono
strutturati su più livelli, ciascuno dei quali offre un diverso grado
di approfondimento: come spiega l’autore, il primo livello è
rappresentato da un testo che precede il capitolo vero e proprio e che
«affronta sinteticamente l’argomento del capitolo stesso e può
all’occorrenza sostituirlo, per una trattazione più rapida, per un
ripasso, per una veloce consultazione»; il secondo livello, invece,
«sviluppa l’argomento in un quadro storico ampio e si basa sull’analisi
delle opere, alcune delle quali sono poste in primo piano perché
meritano una particolare attenzione critica»; il terzo e ultimo livello,
infine, è costituito da «una serie di apparati, cioè voci di glossario e
schede, che sviluppano e approfondiscono gli argomenti trattati,
soffermandosi sul significato dei termini utilizzati, sulle fonti
dell’arte, sull’iconografia delle opere, sulle problematiche artistiche
più complesse, sulle tecniche più comunemente usate».
Quello che
alla fine emerge sfogliando il manuale di Nifosì, che si snoda
attraverso un percorso diacronico dal Paleolitico all’arte
contemporanea, è la straordinaria parabola creativa dell’uomo analizzata
nelle sue più originali e influenti realizzazioni artistiche e nei suoi
più disparati strumenti, materiali, supporti, tecniche. Pur nella
necessità di dover sintetizzare epoche storiche complesse e talvolta
divergenti tra loro, artisti e committenti di ogni latitudine, oggetti
differenti per forma e per contenuto, Nifosì ha saputo tratteggiare con
un linguaggio chiaro e semplice, ma mai privo di rigore filologico, il
lungo e complesso percorso storico dell’umanità attraverso le sue
innumerevoli rappresentazioni e autorappresentazioni più o meno
realistiche, più o meno simboliche, più o meno celebrative. Insomma, ha
tratteggiato con abilità e leggerezza la millenaria e affascinante
avventura del linguaggio dell’arte.
D’altra parte l’uomo senza
l’arte, come già dimostrano le ingenue creazioni databili all’alba della
sua storia, non sa vivere, ma sa solo sopravvivere: per mezzo della
creazione artistica, infatti, l’essere umano modella la sua vita e i
suoi gusti, ma anche la natura che lo circonda, spesso piegandola ai
suoi scopi e non di rado migliorandola, verrebbe da dire
«umanizzandola». Non a caso, forse, il motto scelto da Tiziano recitava
orgogliosamente, raccogliendo i frutti di una tradizione ancestrale,
NATVRA POTENTIOR ARS, «l’arte è più potente della natura».
Fabrizio Biferali